Curricolo verticale
Il curricolo verticale può essere definito come un percorso (formativo) con dei traguardi (pianificati) da raggiungere (nel tempo).
Occorrono condizioni concrete per la sua realizzazione: modalità d'utilizzo dei tempi, delle attrezzature, degli spazi, delle risorse umane ed economiche.
Il percorso si prefigge obiettivi specifici, contenuti culturali, impostazione metodologica, strumenti e materiali specifici e modalità di valutazione.
Cos’è “obbligatorio” fare? Raggiungere i traguardi.
Cos’è “strategico” fare? Utilizzare gli obiettivi di apprendimento.
Cosa si intende per....
- traguardi per lo sviluppo delle competenze: rappresentano riferimenti per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’alunno;
- obiettivi di apprendimento: obiettivi ritenuti strategici e indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze.
Dal curricolo alla progettazione...
I docenti di classe, mediante la progettazione didattica, tradurranno poi l’itinerario (il curricolo di scuola) in “lavoro d’aula”, cioè in esperienze di apprendimento e scelte didattiche significative, elaborando le strategie più efficaci per i propri alunni.
Curricolo...
Sequenza di “azioni” (linguistico-comunicative, metematico-scientifiche, storico-geografiche, logiche ecc.) che l’allievo deve imparare a compiere come risposta ai propri bisogni nelle diverse fasce d’età, e quindi nei diversi anni di scolarità.
Qual è l’ordine crescente di complessità?
1) scegliere che cosa insegnare;
2) declinare gli obiettivi di apprendimento in termini operativi, disponendoli in un ordine progressivo, cioè di impegno crescente in rapporto all’età, ai tempi e ai ritmi di apprendimento di allieve e allievi;
3) concordare strategie operative, metodi e tecniche, sistemi di verifica e valutazione ecc.
4) tener presenti alcuni vincoli definiti a livello nazionale e che riguardano, tra l’altro, i traguardi di competenza che bambini e ragazzi devono raggiungere.
Dall’infanzia alla secondaria...passaggio dai “campi di esperienza” agli “ambiti disciplinari”
Nei primi due anni della scuola di base i bambini sperimentano le prime forme di organizzazione delle conoscenze e vengono introdotti gradualmente al confronto con i diversi linguaggi disciplinari, acquisendo una prima consapevolezza del fatto che i linguaggi delle discipline danno significato alle esperienze, a ciò che via via si scopre e si apprende.
Tale consapevolezza si sviluppa e si consolida nella fase che va dal terzo anno in avanti nella scuola Primaria: a poco a poco gli allievi cominciano a usare i linguaggi disciplinari per comprendere i vari aspetti della realtà e comunicare le proprie esperienze in maniera sempre più appropriata.
Cominciano a emergere, con modalità e tempi diversificati, le discipline, che trovano la compiuta esplicitazione negli ultimi anni della scuola di base e vengono così a costituire il naturale raccordo con i percorsi di studio della scuola secondaria di Secondo grado.
-Silvana Loiero-